C’è qualcosa dell’arrampicata che ne fa una disciplina assolutamente affascinante e controversa. E quel qualcosa è il nostro approccio ad essa.
Il più delle volte siamo eccitati, fremiamo dalla voglia di scalare quasi in ogni momento, ci svegliamo presto la mattina per andare in falesia e questo non ci pesa neanche un po’. Specialmente se dobbiamo liberare una via!
Ma c’è dell’altro. Quando siamo lì, tutto cambia. Sotto la parete un groviglio di emozioni negative ci pervadono: stanchezza, ansia da prestazione, paura di volare, paura di farci male. Tutto questo comporta un calo emotivo tale quasi da annullare l’eccitazione di cui sopra. Questo ci stanca mentalmente, determinando in noi svogliatezza (più che legittima negli unici giorni della settimana liberi da obblighi).
Ora.. controversia interessante. Ma se si volesse superare tutto ciò?
Beh, non si supera. Si accetta. Ci si convive, al massimo si nasconde sotto la forza di volontà.
È reale ciò che proviamo, ma se capiamo che è altrettanto reale la nostra passione per questo sport, questo vince su tutto, e siamo noi a deciderlo. Partiamo, voliamo, ci facciamo male, non liberiamo, ma avremo comunque fatto del nostro meglio. È così che si cresce, è così che si vince!!
Carmela Malomo
aggiornamento
@franco loaldi: aggiornamento fatto, grazie!